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ADD India continuano a risuonare nei mercati del PVC: Il più grande buyer mondiale rimodella i flussi globali

di Merve Sezgün - msezgun@chemorbis.com
  • 11/11/2024 (10:36)
I mercati del PVC sono stati scossi dal recente annuncio di dazi anti-dumping proposti dall’India, il più grande buyer di PVC al mondo. Le importazioni di S-PVC in India hanno raggiunto il massimo storico di oltre 3 milioni di tonnellate lo scorso anno, che rappresentano circa il 33% del commercio globale totale. Ora, i player si stanno preparando a cambiamenti significativi nelle dinamiche commerciali mentre il grosso buyer di PVC tenta di riorganizzare lo scenario, spinto dalle richieste dei suoi produttori nazionali e in previsione delle imminenti espansioni di capacità all’interno del paese.

Produttori USA vedranno gli ADD provvisori più alti

L’India ha annunciato nuovi dazi provvisori con l’obiettivo di proteggere la propria industria nazionale dalle importazioni a basso prezzo, in particolare da Cina, Indonesia, Giappone, Corea del Sud, Taiwan, Tailandia e Stati Uniti. L’indagine antidumping è stata avviata a seguito di una petizione presentata da tre produttori di PVC – Chemplast Cuddalore Vinyls Limited, DCM Shriram Limited e DCW Limited – i quali sostenevano che le importazioni da questi paesi stavano causando un danno significativo ai produttori locali. Gli ADD variano in base all’origine e al produttore, con le importazioni cinesi soggette a dazi che vanno da $82-167/ton, a seconda del fornitore. Gli altri ADD sono i seguenti: Taiwan $25-163/ton, Indonesia $73-200/ton, Giappone $54-147/ton, Corea del Sud $51-161/ton, Thailandia $53-184/ton e Stati Uniti $164-339/ton, rendendo i produttori statunitensi i più colpiti dalle nuove misure.

Impatto nel breve termine

Un trader indiano ha fornito informazioni dettagliate sulla tempistica dei dazi, sottolineando che mentre la notifica del governo specifica un periodo di attesa di 30 giorni dopo la pubblicazione il 29 ottobre 2024, che porterebbe all’implementazione intorno al 28 novembre, la data di inizio effettiva rimane soggetta a potenziali aggiustamenti da parte del governo. Ha consigliato agli esportatori di PVC di assicurarsi che tutte le spedizioni arrivino prima di questa data per evitare l’ADD, poiché qualsiasi ritardo potrebbe portare a costi aggiuntivi o al rifiuto del carico, in caso di entrata in vigore.

Un altro trader ha sottolineato che, sebbene le condizioni del mercato siano rimaste relativamente invariate dopo il Diwali, molti clienti indiani sono riluttanti a concludere gli ordini. "Alcuni buyer indiani hanno annullato ordini o fatto pressioni sui fornitori per ottenere riduzioni di prezzo sulle spedizioni già in transito, in particolare quelle provenienti dalla Cina, nel tentativo di evitare o minimizzare potenziali costi aggiuntivi", ha affermato.

Impatto sui fornitori principali e cambiamento dei flussi commerciali

Si prevede che i nuovi ADD influenzeranno in modo significativo i flussi commerciali, con i dazi più elevati che colpiranno paesi come gli Stati Uniti e la Cina. Secondo i dati di ChemOrbis, l’India ha importato quasi 2,1 milioni di tonnellate di s-PVC durante i primi otto mesi del 2024, con la Cina che ha avuto una quota sostanziale del 41% di queste importazioni. Seguono il Giappone con il 14%, Taiwan con il 12%, la Corea del Sud con l’11%, gli Stati Uniti con il 9% e l’Indonesia con il 3%.

Questa forte dipendenza dai fornitori cinesi pone la Cina in una posizione difficile se gli ADD verranno implementati, poiché oltre la metà delle esportazioni cinesi di PVC attualmente sono dirette in India. Le esportazioni totali di PVC della Cina nei primi nove mesi del 2024 hanno superato i 2 milioni di tonnellate, con l’India che ne ha assorbito oltre 1 milione. Se le tariffe dovessero essere implementate, i fornitori cinesi potrebbero dover trovare mercati alternativi o ridurre la produzione per gestire un mercato già in eccesso, con la situazione che dovrebbe peggiorare poiché la Cina sta aggiungendo circa 3 milioni di tonnellate di nuova capacità.

Il Giappone e la Corea del Sud sono altrettanto vulnerabili. Ad esempio, il 68% delle 450.000 ton di PVC esportate dal Giappone nei primi nove mesi dell’anno sono state spedite in India, mentre la Corea del Sud ha fornito all’India il 58% delle sue esportazioni totali di PVC (470.000 ton) nello stesso periodo.

Gli Stati Uniti, il più grande esportatore mondiale di PVC, hanno spedito circa 2,3 milioni di tonnellate nei primi tre trimestri dell’anno, con i suoi mercati principali in Canada (16%), Messico (11%) e India (9%). Gli elevati ADD potrebbero diminuire la posizione degli Stati Uniti nel mercato indiano, mentre il paese si trova anche a fronteggiare ADD nell’Unione Europea.

Bilanciare domanda interna e offerta: i piani di aumento della capacità dell’India

L’India si trova ad affrontare un grave deficit di importazioni di PVC, con una domanda stimata intorno ai 3,5 milioni di ton, ben superiore alla sua attuale capacità produttiva di 1,7 milioni di ton/anno. Tra il 2025 e il 2027 sono previste nuove capacità interne, con l’obiettivo di aggiungere oltre 3 milioni di tonnellate all’anno. Queste espansioni sono in linea con l’obiettivo dell’India di ridurre la dipendenza dalle importazioni; tuttavia, l’analisi di ChemOrbis mostra che anche con queste capacità aggiuntive, l’India probabilmente rimarrà un importatore, poiché si prevede che la domanda totale di PVC supererà i 6 milioni di tonnellate entro cinque anni. Di conseguenza, circa 1,5 milioni di tonnellate di questa domanda dovranno ancora essere soddisfatte dalle importazioni.

Gli ADD sulle importazioni di S-PVC potrebbero incoraggiare i trasformatori indiani a preferire la produzione locale, soprattutto se la nuova capacità interna offrirà un’alternativa economicamente vantaggiosa alle importazioni dal Nordest Asiatico e dal Nord America. Tuttavia, la transizione potrebbe essere graduale poiché i buyer indiani sono abituati a importazioni a prezzi competitivi, soprattutto da regioni con costi di produzione più bassi.
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