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Mercati dei noli di nuovo in calo?

di Elif Şahinduran - esahinduran@chemorbis.com
di Esra Ersöz - eersoz@chemorbis.com
  • 21/01/2025 (11:24)
I tassi di nolo hanno iniziato il 2025 con nuovi aumenti dopo un 2024 tumultuoso . Tuttavia, l’aumento di capacità e la risoluzione di un incombente sciopero portuale degli Stati Uniti hanno fatto diminuire i tassi. La domanda chiave ora per quanto continuerà questo calo poiché vi è la possibile ripresa dei transiti nel Mar Rosso da un lato e l’attesa guerra commerciale in seguito alla rielezione di Trump dall’altro, che dovrebbe rappresentare una grande sfida per i tassi.

Tassi scendono dopo aver iniziato 2025 con aumenti

I tassi di nolo dei container globali hanno ampiamente seguito un trend rialzista dalla fine di ottobre all’inizio di gennaio, registrando un aumento approssimativo del 30% in totale e toccando i massimi di quattro mesi prima di diminuire la scorsa settimana. L’indice globale dei container di Drewry è diminuito del 3% a $3,855 per container da 40 piedi il 16 gennaio. Le rotte Cina-USA hanno portato a un recente calo. I tassi di Drewry dalla Cina alla West Coast statunitense sono diminuiti del 5% la scorsa settimana a $5,228 per container da 40 piedi, mentre i tassi della East Coast statunitense sono diminuiti del 4% a $6,825 per container da 40 piedi. Prima di questo recente calo, erano rispettivamente aumentati del 52% del 36% in appena tre settimane.

La rotta di Drewry dalla Cina al Nord Europa è diminuita del 3% la scorsa settimana a $4,231 per container da 40 piedi, mentre i tassi verso il Sud Europa sono diminuiti del 2% a $5,086 per container da 40 piedi. Al contrario delle rotte Cina-USA, la correzione ribassista è iniziata prima in queste rotte dalla Cina all’Europa. Questo perché i tassi hanno subito un aumento maggiore del 55-56% fra la fine di ottobre e la metà di dicembre, prima di tornare a diminuire e scendere di un 7-13% cumulativo da quel momento.

Nel frattempo, Drewry prevede che i tassi spot diminuiscano leggermente nelle prossime settimane per via dell’aumento di capacità.

Evitato sciopero portuale USA

L’International Longshoremen’s Association (ILA) e la United States Maritime Alliance (USMX) hanno annunciato un contratto provvisorio di sei anni l’8 gennaio, evitando gli scioperi che avrebbero potuto interrompere le catene di approvvigionamento.

Gli scioperi dovevano iniziare il 15 gennaio e avrebbero portato alla chiusura dei porti lungo la East Coast statunitense e la costa del Golfo Stati Uniti. Emily Stausbøll di Xeneta ha dichiarato che l’accordo deve essere accolto con favore perché uno sciopero potrebbe essere un disastro economico e della catena di approvvigionamento.

In prospettiva, è probabile che l’aumento dei tassi spot si attenuerà sui commerci verso gli Stati Uniti dall’Estremo Oriente, suggerendo un outlook più roseo per gli spedizionieri che negoziano nuovi contratti a lungo termine. Gli spedizionieri devono rimanere cauti, tuttavia, perché non ci vorrà molto perché i tassi di nolo ricomincino a salire, in particolare dato il conflitto in corso nel Mar Rosso e il ritorno di Trump alla Casa Bianca, che potrebbe intensificare la guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina, ha affermato Emily Stausbøll, Senior Shipping Analyst di Xeneta.


Ritorno nel Mar Rosso è imminente?

Il 15 gennaio è stato raggiunto un accordo di cessate il fuoco tra Israele e Hamas dopo mesi di sforzi diplomatici da parte di Stati Uniti, Egitto e Qatar. Questo sviluppo ha suscitato speranze per la ripresa del traffico regolare attraverso il Canale di Suez. Un ritorno alla rotta del Mar Rosso potrebbe portare a un eccesso di capacità, in quanto le navi non avrebbero più bisogno di deviare intorno al Capo di Buona Speranza e prenderebbero invece le rotte significativamente più brevi. Ciononostante, un ritorno immediato al Mar Rosso sembra improbabile dal momento che gli attacchi dei ribelli potrebbero riprendere, anche con il cessate il fuoco.

Maersk e Hapag-Lloyd hanno dichiarato di non prevedere un immediato ritorno nel Mar Rosso dopo il cessate il fuoco. Entrambe le società hanno sottolineato che stanno monitorando da vicino la situazione in Medio Oriente e che riprenderanno le operazioni nel Mar Rosso solo quando saranno ritenute sicure. Nonostante queste incertezze, l’amministratore delegato di Vespucci Maritime, Lars Jensen, ha suggerito un potenziale ritorno alle rotte di Suez entro la seconda metà di febbraio, rivedendo la sua precedente previsione secondo cui le rotte del Mar Rosso sarebbero rimaste chiuse almeno fino ad agosto.

Sfide rimangono poiché timori per guerra commerciale si intensificano

La rielezione di Donald Trump ha sollevato timori di una guerra commerciale globale. Trump ha proposto diverse misure tariffarie, tra cui una tariffa del 10% sulle importazioni globali, un dazio del 25% sulle importazioni dal Canada e dal Messico legate a preoccupazioni legate alla droga e all’immigrazione e una tariffa del 60% sulle merci cinesi. I dazi proposti sui beni cinesi potrebbero mettere ulteriormente a dura prova un’economia cinese già fragile, alle prese con una crisi del mercato immobiliare, alti livelli di debito e pressioni deflazionistiche.

Le anticipazioni tariffarie hanno già portato gli spedizionieri a caricare anticipatamente le merci per evitare costi più elevati. Le esportazioni della Cina hanno preso slancio a dicembre, aumentando del 10.7% sull’anno, superando la stima di crescita del 7.3% e migliorando rispetto all’aumento del 6.7% di novembre. Per il 2024, le esportazioni sono aumentate del 5.9% rispetto ai $3,570 miliardi, riprendendosi da un calo nel 2023.

Secondo Xeneta, l’ultima volta che Trump ha aumentato le tariffe sulle importazioni cinesi durante la guerra commerciale nel 2018, i tassi di nolo marittimi dei container sono aumentati di oltre il 70%.

Per ora regna l’incertezza

La domanda ora è per quanto tempo durerà questo calo, ma le sfide rimangono significative. L’impatto del secondo mandato di Trump sul commercio globale e la potenziale ripresa delle rotte marittime del Mar Rosso sono fattori critici che modellano l’outlook. Per via dell’incertezza, una cosa è chiara: il 2025 si preannuncia come un altro anno impegnativo per il settore marittimo.

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