Petrolio Brent verso la soglia dei $90/bbl?
Nei mercati del petrolio c’è stato un costante braccio di ferro, con conseguenti sessioni di trading giornaliere incostanti.
I fattori rialzisti sono fondamentalmente:
- Le interruzioni nel Mar Rosso che causano un aumento della domanda di carburante per navi
- Le tensioni geopolitiche, tra cui la guerra in corso in Medio Oriente e i recenti attacchi alle raffinerie russe
- L’estensione dei tagli volontari dell’OPEC al secondo trimestre e l’alta probabilità di un’ulteriore estensione fino alla fine dell’anno
Allo stesso tempo, i fattori ribassisti sono:
- La maggiore produzione non-OPEC spinta dalla produzione record negli Stati Uniti, che compensa in parte i tagli alla produzione in corso da parte dell’OPEC
- La domanda in calo per via della determinazione della Fed nel mantenere i tassi di interesse stabili almeno nella prima metà dell’anno, nonostante alcuni sporadici segnali di ripresa economica da parte di Stati Uniti e Cina
Apparentemente i fattori rialzisti hanno superato quelli ribassisti nel definire i prezzi del petrolio poiché i prezzi medi hanno seguito un trend rialzista con l’aumento della scorsa settimana che ha spinto i prezzi al livello massimo da metà-fine ottobre. Marzo è anche il terzo mese consecutivo di trend rialzista delle medie mensili con un aumento cumulativo di $7/bbl. Il calo delle scorte di petrolio negli Stati Uniti e le aspettative dell’EIA di un calo dell’offerta nel 2024 sono stati considerati i principali responsabili del recente trend rialzista.
Stime offerta vedono un cambiamento inaspettato
Con una mossa sorprendente, l’Agenzia Internazionale dell’Energia (AIE) ha modificato le sue stime di offerta in calo dal surplus nel suo rapporto di marzo sulla base delle previsioni secondo cui i tagli volontari dell’OPEC rimarranno in vigore per tutto il 2024. L’Agenzia ha anche aumentato le sue stime della domanda per il 2024 di 100,000 barili/giorno rispetto all’1.3 milioni barili/giorno del mese precedente per il 2024, sebbene questa crescita suggerisca ancora un calo rispetto all’aumento di 2.3 milioni dell’anno precedente.
Allo stesso modo, l’Energy Information Administration (EIA) degli stati Uniti ha diminuito le sue stime per la crescita della produzione globale di petrolio e ha aumentato le sue stime di crescita della domanda, anche se di poco, nel suo rapporto di marzo.
Per non parlare del fatto che l’OPEC resta il più rialzista fra gli altri nel mantenere le sue stime di crescita visibilmente più elevate.
I $90/bbl sono solo una questione di tempo o un miraggio?
Questo è ciò che alcune stime indicano, mentre altre rimangono più caute nelle loro previsioni. Anche se si prevede che la crescita della domanda rallenterà nel 2024 rispetto all’anno precedente, molte istituzioni e agenzie hanno recentemente assunto un atteggiamento rialzista nelle loro stime.
L’EIA ha aumentato fortemente le stime di prezzo per il 2024 e il 2025 di circa $5/bbl rispetto a febbraio, quando è stata applicata una revisione in ribasso. Per il 2024, il petrolio Brent dovrebbe raggiungere una media di $87/bbl mentre l’agenzia non ritiene che il livello dei $90/bbl sarà sostenuto per il momento.
J.P. Morgan prevede che il petrolio Brent raggiungerà una media di $83/bbl nel 2024, ampiamente invariato rispetto alla sua stima precedente, mentre Citi Group ha aumentato le stime per il secondo trimestre del 2024 rispetto alla sua stima precedente di $72/bbl.
Goldman Sachs prevede che i prezzi del petrolio Brent si aggireranno intorno a un range compreso fra i $70/bbl e i $90/bbl nel 2024, in rialzo di $10/bbl rispetto alle sue stime precedenti a causa dei tagli volontari alla produzione da parte dell’OPEC+. La banca ha dichiarato che il petrolio Brent potrebbe raggiungere i $90/bbl nel quarto trimestre se l’OPEC+ decidesse di estendere i tagli alla produzione di altri sei mesi.
Anche Morgan Stanley ha aumentato le stime dei prezzi del petrolio Brent di $10 per barile a $90 per il terzo trimestre del 2024.
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