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Produttori petrolchimici SEA effettuano fermi impianto prolungati per margini bassi

di Elif Sevde Yalçın - eyalcin@chemorbis.com
di Esra Ersöz - eersoz@chemorbis.com
  • 18/11/2024 (10:33)
Fonti di mercato hanno riferito che diversi produttori petrolchimici del Sudest Asiatico hanno fermato i loro impianti a causa dei costi elevati e della debole domanda che comprimono significativamente i margini. Il settore è inoltre sotto pressione per l’eccesso di offerta, i livelli elevati delle scorte e le continue attività di destocking. Questa maggiore pressione sulle società petrolchimiche riflette la crescente necessità di ristrutturazione e razionalizzazione del settore.

Fondamentali mercato deboli portano a fermate più lunghe del solito

La società malese Petronas Chemicals Olefins ha iniziato un fermo impianto programmato presso il suo cracker di etilene da 400.000 ton/anno situato a Kerteh a fine settembre. La manutenzione programmata durerà 60 giorni, anche se potrebbe essere estesa, a seconda dei margini di produzione, secondo i trader.

Lotte Chemical Titan della Malesia ha effettuato una fermata di 10 giorni nella sua linea di HDPE film a ottobre. Secondo le fonti, questa sarà una strategia che verrà applicata regolarmente per circa dieci giorni al mese a causa della pressione derivante dalla scarsa domanda e senza specificare la fine per questa pratica. Inoltre, secondo quanto riferito, la società prevede di interrompere la produzione del suo grado HDPE 7700 nel 2025, con un annuncio ufficiale atteso a breve.

Secondo quanto riportato, JG Summit PC nelle Filippine sta valutando di fermare il complesso di Batangas a causa dell’outlook debole per l’etilene e il propilene. Fonti del settore hanno sottolineato che le unità di materie prime e derivati probabilmente verranno riavviate nel primo semestre del 2025.

Anche Siam Cement Group (SCG) ha sospeso le operazioni nel suo complesso petrolchimico Long Son da $5.4 miliardi in Vietnam solo un mese dopo l’avvio. Sebbene il nuovo complesso sia pronto per la produzione commerciale, si sono verificati ritardi costanti per quasi un anno. SCG ha indicato che la ripresa dell’impianto dipenderà dalle dinamiche della domanda globale e non ha fornito una tempistica specifica per il riavvio delle operazioni. La società prevede inoltre che il mercato dei prodotti chimici rimanga in difficoltà durante l’anno fiscale 2025.

Margini dell’etilene negativi nei cracker a nafta asiatici

Secondo i dati di C-Macc e ChemOrbis, la disparità tra il costo dell’etilene derivante dal cracking della nafta e i prezzi spot dell’etilene nel Sudest Asiatico è in territorio negativo da più di un anno.
La mancanza di redditività della nafta, unita all’eccesso di offerta e alla scarsa domanda di olefine e poliolefine, non lascia molte possibilità ai produttori regionali se non quella di ridurre la loro produzione. Molti player infatti utilizzano i loro cracker e le unità di derivati a tassi ridotti da quasi due anni. Tuttavia, il recente avvio di nuove capacità, in particolare in Cina, nonché la crescente presenza di carichi statunitensi nei mercati di esportazione – inutile dire che hanno un vantaggio competitivo con l’etano – sembrano aver peggiorato la crisi che i produttori del Sudest Asiatico hanno dovuto affrontare e richiesto tagli all’offerta maggiori del solito, con conseguenti fermate prolungate.

Nel tentativo di ridurre questi costi di produzione "insostenibilimente elevati" e di migliorare la flessibilità delle materie prime, SCG Chemicals ha deciso di investire circa $700 milioni in aggiornamenti nel suo complesso petrolchimico Long Son che utilizzerà etano di provenienza statunitense con una data di completamento del progetto prevista per il 2027.

Produttori Sudest Asiatico riportano per lo più perdite nel 2024

Questa dura battaglia con margini negativi si è sicuramente riflessa sui risultati finanziari dei produttori petrolchimici poiché quest’anno hanno subito perdite su base annua.

Lotte Chemical Titan Holding Bhd ha registrato una sostanziale perdita netta di RM246.4 milioni ($55.9 milioni) per il terzo trimestre del 2024, registrando un significativo aumento rispetto alla perdita netta di RM55.5 milioni ($12.4 milioni) riportata durante lo stesso periodo dello scorso anno. Questo è il terzo trimestre consecutivo di perdite.

Il produttore petrolchimico indonesiano PT Chandra Asri Pacific Tbk (Chandra Asri) ha riportato una perdita netta di $58.5 milioni nei primi nove mesi del 2024, più che raddoppiando la perdita riportata nello stesso periodo dello scorso anno.

SCG Chemicals, una filiale di Siam Cement Public Co. (SCG) in Thailandia, ha registrato una perdita netta di 1,480 milioni di baht ($44 milioni) per il terzo trimestre del 2024, mostrando un aumento del 19% rispetto al trimestre precedente. Anche l’EBITDA della società è sceso del 50% sul trimestre e del 46% sull’anno, raggiungendo 1,540 milioni di baht ($45 milioni).

Anche PTT Global Chemical Public Company Limited (PTTGC) in Tailandia ha riportato una perdita netta di 19 miliardi di baht ($545 milioni) per il terzo trimestre del 2024, rispetto all’utile netto di 1.4 miliardi ($40 milioni) nello stesso periodo dello scorso anno e di 1.8 miliardi ($52 milioni) nel secondo trimestre del 2024.

Le eccezioni ci sono, anche se poche

D’altro canto, la malese Petronas Chemicals Olefins si è distinta tra i produttori del Sudest Asiatico con i risultati finanziari positivi registrati nel primo trimestre e nel secondo trimestre di quest’anno, anche se potrebbe effettuare una chiusura programmata per mitigare le potenziali perdite dati i fondamentali del mercato globale persistentemente deboli. I risultati del terzo trimestre della società non sono ancora stati pubblicati.

Allo stesso modo, JG Summit Holdings Inc. (JGS), con sede nelle Filippine, è rimasta in zona di profitto, nonostante abbia riportato un calo del 39% su base annua dell’utile netto, sceso a PHP3.1 miliardi ($53 milioni) per il terzo trimestre del 2024.

Cresce la necessità di ristrutturazione

Dato che sempre più produttori riportano margini negativi, è necessaria una notevole ristrutturazione prima che si verifichi la “sopravvivenza del più forte”. Questa mossa potrebbe includere chiusure di impianti, vendite, acquisizioni e fusioni, nonché piani per una transizione verso materie prime più competitive, come è avvenuto in Europa, un’altra regione con materie prime penalizzate e domanda debole.
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